Referendum sull’indipendenza del Veneto:              la Consulta fissa l'udienza

La Corte Costituzionale fissa per il 28 aprile 2015 l'udienza

sul referendum indipendentista veneto e sulla costituzionalità della legge regionale 16/2014

 


Sarà martedì 28 aprile 2015, Santa Valeria Martire. Due settimane, poco più, prima delle elezioni regionali del 17 Maggio (data presunta). La Corte Costituzionale ha convocato l'udienza più attesa per i veneti, che deciderà sulla legge regionale n. 16 del 2014, che indice il referendum consultivo sull'indipendenza del Veneto. La legge regionale è stata infatti impugnata dal governo Renzi  che la ritiene incostituzionale (il quale, tanto per non sbagliare, ha impugnato anche quella sull'autonomia). Tocca ora alla Consulta dire chi ha ragione e pare che i giudici siano intenzionati a fare in fretta, visto che hanno rinviato varie udienze, già in precedenza fissate per fine aprile, per far posto al giudizio di costituzionalità sulla legge veneta.


All'udienza  del 28 aprile 2015 la Regione del Veneto sarà rappresentata dal gruppo di giuristi - Mario Bertolissi, Ivone Cacciavillani, Ezio Zanon - ai quali la Regione ha affidato la difesa della propria legge.

 
Per l'avvocato Cacciavillani
«“ci sono delle ragioni molto forti che depongono a favore della legittimità della legge che indice il referendum” - perché (spiega) il Veneto è l'unica Regione italiana ad avere uno statuto che, all'articolo 2, riconosce "il diritto all'autogoverno del popolo veneto".  Nessun'altra Regione ha un simile riconoscimento, e gli Statuti regionali sono leggi dello Stato. Quindi il nostro diritto all'autogoverno è scritto nella legge, la Consulta potrà tirarlo da una parte o dall'altra, ma non potrà cancellarlo, dovrà pur dire in che cosa si sostanzia questo particolare diritto a disporre di se stesso, che solo al popolo veneto viene riconosciuto».

La legge che indice il referendum sull'indipendenza pone una condizione, per poterlo celebrare: che «cittadini e imprese» ne sostengano le spese, così da rendere la consultazione «senza oneri per lo Stato». Il costo del referendum è stimato in 14 milioni di euro.

 

Innanzi alla Consulta si è costituito altresì il movimento di Indipendenza Veneta, che pure contesta la giurisdizione della Corte, ritenendo quello all’indipendenza un diritto pre-politico, da far valere innanzi ai tribunali internazionali.

Di ascendenze storicamente massoniche e non meno inquinati da preconcetti politici (aggiungiamo noi).

 

Il Comitato Veneto Indipendente che, assieme ad altri gruppi e movimenti veneti ha dato vita al Comitato Referendum Indipendenza del Veneto, con lo scopo di raccogliere i fondi necessari per farlo svolgere, si impegnerà affinché la consultazione dei veneti circa il loro diritto all'indipendenza avvenga comunque, a prescindere dal pronunciamento pro o contro della Corte Costituzionale. E questo, sia che la consultazione della cittadinanza avvenga prima (meglio) oppure dopo il verdetto della Consulta.

 

Convinti come siamo che questo diritto sia un diritto politico, che va al di là delle attuali leggi dello Stato italiano e della sua limitata e limitante legalità, sempre cangiante, com’è tipico di ogni diritto positivo, mutevole per definizione. Bisogna dunque saper guardare oltre.

Invece il diritto alla rinascita della Serenissima, come di altre Istituzioni politiche debellate con l’usurpazione dalle forze rivoluzionarie tra la fine del XVIII  e gl’inizi del XIX secolo, trova invece un fondamento reale e metafisico nel principio di legittimità, quale si fonda sulla tradizione, sulla storia, sulla vera religione, insomma su valori e princìpi che esorbitano dal contingente diritto positivo.

 

                                                                                      Palmarino Zoccatelli